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Lifestyle

Whatsapp, perché non bisognerebbe mai inviare messaggi vocali

Utili e a volte indispensabili, i messaggi vocali sono croce e delizia della messaggistica istantanea. Ma sapete che generano ansia?

Per gli psicologi sarebbe meglio limitare l’uso dei messaggi vocali (Graziamagazine.it)

 

Pratici e semplici i messaggi vocali sono passati in pochissimo tempo dall’essere l’ultima frontiera della messaggistica istantanea al modo più semplice e veloce per comunicare. Secondo gli ultimi dati rilasciati da Meta, ogni giorno si inviano qualcosa come 200 milioni di messaggi vocali. Un utilizzo quotidiano che è diventato croce e delizia di questa forma di comunicazione.

Amati da molti, temuti e odiati da altri, i messaggi vocali secondo gli esperti sarebbero quantomeno da limitare perché sono una delle forme peggiori di comunicazione che, tra l’altro, farebbero anche male.

I messaggi vocali generatori di ansia

Ricevere un messaggio vocale provoca ansia (Graziamagazine.it)

 

Certo registrare un audio è molto più semplice che usare la tastiera e scrivere il messaggio, soprattutto se stiamo facendo altro, pensiamo magari a quando siamo per strada e abbiamo necessità di rispondere ma dobbiamo anche prestare attenzione. Eppure proprio i messaggi vocali sarebbero a detta degli esperti davvero deleteri.

Non solo si tratta di una delle peggiori forme di comunicazione, ma genera anche ansia. Ebbene sì, spesso a quanto pare fin troppo spesso, chi riceve un messaggio vocale è colto da improvvisi sensazioni di ansia. I motivi scatenanti possono essere diversi in realtà; e vanno dall’insofferenza personale verso questi messaggi, tanto più se molto lunghi, fino al disagio nel non poterli ascoltare perché impegnati sul luogo di lavoro o perché in un luogo pubblico.

Insomma se il messaggio vocale arriva in un momento sbagliato, e per chi lo invia è quasi impossibile sapere che lo sia, si crea in chi lo riceve una forma di disagio più o meno forte. Anche per questo il Whashington Post ha stilato una netiquette che bisognerebbe conoscere e seguire quando si mandano questa tipologia di messaggi.

La netiquette degli audio, istruzioni per l’uso

La netiquette è quel termine coniato una decina di anni fa e che nasce dalla fusione dei termini network ed etiquette e sta appunto ad indicare la buona educazione che si dovrebbe avere e seguire quando si sta su internet. Un manuale d’uso che si è fatto sempre più necessario negli ultimi anni con il sopravvento sui social network degli haters e quindi anche sulla necessita di rispondere o meno alle provocazioni.

Stando ai risultati degli esperti e all’ansia generata dai messaggi vocali, il Post ne ha quindi stilato una specifica proprio per Whatsapp e questa tipologia di comunicazione. “Ti mando un vocale di 10 minuti soltanto per dirti che…” cantavano i Thegiornalisti, ecco meglio dimenticare gli sproloqui così lunghi. Se avete tanto da dire meglio fare più audio ma che siano brevi -del resto l’uso prolungano del telefono vicino zone così delicate anche sconsigliato, quindi meglio prendere la palla al balzo.

È bene valutare la situazione; se si decide di mandare un vocale è bene pensare all’eventualità che chi lo riceve è impegnato e non potrà ascoltarlo subito. Quindi meglio non avere fretta. E allo stesso modo è indispensabile valutare se sia il caso di mandare un audio o scrivere un messaggio di testo.

Infine, impariamo a riconoscere i segnali; questo vuol dire che se ad un messaggio vocale otteniamo in risposta un audio vuol dire che chi lo riceve non vorrebbe doversi mettere lì ad ascoltarli.

Anna Peluso

Nata all'ombra del Vesuvio è laureata in Comunicazione a Salerno ed Editoria e Giornalismo alla Sapienza. La scrittura la passione più grande, ma segue anche tante serie tv e lo sport, soprattutto il nuoto che pratica fin da piccola e continua ora nella categoria master.

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