Usavano persone come “stracci per pulire il pavimento”: 5 poliziotti agli arresti. I dettagli della triste vicenda
Registrato nelle scorse ore un episodio di abuso di potere all’interno della polizia di Stato di Verona: agli arresti domiciliari quattro agenti e un ispettore con la presunta accusa di violenza (nell’arco temporale luglio 2022 – marzo 2023), nei confronti di persone sotto la loro custodia. Nello specifico parliamo di maltrattamenti e umiliazioni verbali ai danni di senza tetto.
Sono attualmente in corso tutte le indagini del caso. Il triste episodio ha portato all’arresto di cinque indagati. Pendono su di loro accuse di lesioni, falso, abuso d’ufficio e tortura. Secondo le prime ricostruzioni, specialmente in uno dei casi di violenza, una persona sottoposta all’arresto fu costretta ad urinare all’interno della stanza preposta al fermo e successivamente ridotta a ripulire il pavimento.
Stando a quanto emerso dai fascicoli, gli agenti coinvolti negli atti di violenza sono ricorsi a terribili umiliazioni verbali oltre che fisiche. In alcuni casi ancora più estremi, oltre agli insulti di matrice razzista e xenofoba, le persone in stato di fermo erano minacciate anche con spray al peperoncino. In modo particolare i soggetti maggiormente coinvolti erano senza fissa dimora, affetti da gravi dipendenze o di nazionalità straniera.
Le indagini sono state condotte e lo sono tuttora della squadra mobile di Verona. Molte le testimonianze di rammarico in cui si evidenzia che azioni di questo genere non fanno altro che tradire la propria funzione di organi dello Stato, offendere la dignità umana delle persone e approfittare oltremodo della qualifica che si sta ricoprendo in quel momento. Per i cinque coinvolti nel caso, si è ritenuto opportuno rimuoverli dagli incarichi stabiliti.
Inoltre sono state prese delle misure anche nei confronti di altro personale che, sebbene non abbia preso parte attivamente ai tristi episodi di violenza, è stato ritenuto responsabile per non averlo impedito o quantomeno denunciato tempestivamente. Il tutto ha avuto inizio grazie a una serie di intercettazioni telefoniche, in cui gli agenti si vantavano reciprocamente di aver percosso una persona fermata con due ceffoni.
Nei vari documenti messi agli atti sono stati riportati i dialoghi tra uno degli agenti fermati e la sua fidanzata, dove l’uomo spiega con commenti divertiti il pestaggio ad una delle vittime. Resta tanta amarezza, ma al tempo stesso la fiducia nei confronti degli agenti della questura di Verona non coinvolti nell’accaduto.