Un mese fa la scomparsa di Kata dall’Hotel Astor di Firenze. La madre: “Sento che è viva. Ma dall’Italia solo indifferenza”
È trascorso poco più di un mese dalla scomparsa della piccola Kata dall’Hotel Astor di Firenze: immensa la speranza della madre di poter ritrovare la sua bambina e di stringerla nuovamente tra le braccia. Un importante appello anche a Giorgia Meloni, da mamma a mamma, cosicché possa diramare anche lei le foto della minore scomparsa ed aiutare la famiglia.
Di Kata si perdono le tracce esattamente il 10 giugno, quando la madre rientra all’interno dello stabile occupato e fa l’amara scoperta: della piccola non c’è più traccia. L’ultima volta è stata avvistata all’interno del cortile dell’albergo fiorentino intenta a giocare con i bambini e con i cugini. Dalla Procura si continua a sostenere possa essere un sequestro a scopo di estorsione.
Kata, oltre un mese dalla comparsa della bambina da Firenze: le parole di sconforto della madre
Come si stava accennando in precedenza, una delle piste più accreditate vede la scomparsa della piccola legata al racket degli alloggi abusivi. Attualmente pochissime prove se non il video che la riprende un’ultima volta poco dopo le tre del pomeriggio. Si credeva inizialmente fosse con lo zio, ma nessuna attestazione porta a questa conclusione. Battuto a ferro e fuoco l’albergo e il condominio confinante.
Negli ultimi giorni la città di Firenze è stata letteralmente presidiata, non che controllate le telecamere di sicurezza . Tanta l’amarezza della madre di cata che sostiene che sua figlia sia ancora viva. Al tempo stesso, però, è davvero forte la sua amarezza: in diverse circostanze la donna ha ammesso di sentirsi abbandonata dalle forze dell’ordine e soprattutto di percepire “tanta indifferenza da parte dell’Italia”. Sostiene, infatti, che non sia stato fatto abbastanza per ritrovare sua figlia.
Le ricerche ovviamente non sono terminate e sono state diramate foto anche in Europa. Inoltre, a tal proposito, la madre della minore scomparsa sostiene che questa indifferenza possa essere dovuta dal fatto che sono “persone straniere”. Ha raccontato di aver percepito distacco anche da parte del sindaco che non ha espresso alcun tipo di solidarietà. Aiuto e sostegno solo da parte dell’avvocato. “Un mese senza sapere nulla della mia bimba è un’eternità” – queste le parole di Katherine Alvarez.
Prese in considerazione dalla procura tutte le piste possibili: si indaga, inoltre, su un furgone bianco che è stato visto a ridosso della sparizione della bambina.