Con parole molto toccanti la vittima dello stupro di Palermo in una lettera mette nero su bianco le sue emozioni e il suo pensiero.
È molto difficile andare avanti dopo un evento terribile come quello che ha subito la ragazza di 19 anni che lo scorso luglio è stata stuprata da 7 ragazzi a Palermo.
Ad acuire la difficoltà di elaborare il trauma c’è stata la valanga di insulti sui social che ha dovuto subire, e che dopo una prima reazione di forza l’avevano fatta crollare e sprofondare in un momento di sconforto.
Ma adesso ha deciso nuovamente di affrontare la vita con tutta l’energia che si ritrova e ha esternato la sua voglia di andare avanti in una lettera indirizzata a “Zona Bianca“, il programma in onda su Retequattro condotto da Giuseppe Brindisi.
Nella trasmissione di ieri in prima serata sono state rese note le parole di questa ragazza che sta lottando con tutta se stessa per cercare di rialzarsi e superare il dramma vissuto.
Commovente e piena dei suoi sentimenti, la lettera arriva al cuore e colpisce per i temi che tratta, tra cui la sicurezza da garantire alle vittime di violenza, che hanno bisogno di protezione dalle ritorsioni degli aggressori.
L’esempio della madre come faro che la guida
Solo pochi giorni fa aveva scritto sui social di esser stanca di lottare, di non farcela più. Ma adesso la ragazza ha ritrovato la speranza.
È sempre molto faticoso, ma afferma che cerca di risollevarsi pensando al futuro. “La soddisfazione di rovinare quello che sarà il mio domani non la darò mai a nessuno” dice pensando a tutti coloro che la insultano e la aggrediscono verbalmente sul web.
Proprio a seguito di questi episodi e per timore di ritorsioni da parte delle famiglie degli aggressori la ragazza ha lasciato Palermo e si trova adesso in una comunità protetta per la tutela della sua sicurezza.
“Devo andare avanti, voglio farlo, controvoglia, ma devo riuscirci” dichiara. Vuole affrontare la vita con tutta l’energia che ha dentro e afferma di volerlo fare per sua madre.
Parla della madre morta dopo una lunga malattia, che nonostante fosse stata in sedia a rotelle per tanti anni è sempre stata forte.
“Nonostante fosse molto malata e bloccata a letto si faceva sempre vedere col sorriso, non si è mai arresa” ricorda, e pensa che anche lei che ha una cicatrice interiore non deve arrendersi e può farcela.
Si rivolge poi alle donne che subiscono violenza e dice che anche se si sentono sporche e per quanto dolore possa esserci “c’è sempre una soluzione“.
Sostiene che bisogna denunciare per liberarsi di tutte le persone che perpetrano violenza, perché “non siamo noi che siamo sbagliate, sono sbagliati certi uomini che vedono la donna come un oggetto sessuale e non come un essere pieno di emozioni, sentimenti e vita alle spalle“.
Non crede nella possibile rieducazione degli stupratori, soprattutto non nel fatto di lasciarli poi liberi. Auspica pene aspre, ergastolo o comunque tanti anni di carcere: questo potrebbe fare da deterrente per molti stupratori.
Ovviamente ancora traumatizzata dice che se qualcuno la toccasse adesso piangerebbe : “non sono più capace di interagire con un uomo in tal senso” sono le sue amare parole.