Consuelo e Alessandra Galea sono le due sorelle gemelle finite in carcere a 9 anni di distanza l’una dall’altra: i macabri omicidi che hanno sconvolto la città di Fabriano (Ancona)
Due omicidi, avvenuti a 9 anni di distanza l’uno dall’altro, riaprono una ferita di fatto mai rimarginatasi per il comune di Fabriano (Ancona). Protagoniste le sorelle gemelle Consuelo e Alessandra, resesi responsabili di due efferate uccisioni.
Nel luglio 2014, Consuelo Galea fu riconosciuta responsabile della morte della madre Maria Bruna Brutti. La donna, 76enne, venne trovata morta all’interno della sua abitazione di via Brocanelli, dove risiedeva assieme alla figlia. Quest’ultima, secondo quanto stabilito in sede di indagini, avrebbe colpito l’anziana alla nuca servendosi di un mitragliatore da soft-air.
Nonostante Consuelo continuasse a professare la propria innocenza, le testimonianze raccolte dagli inquirenti non lasciarono spazio a dubbi. Colpevole dell’omicidio della madre, la donna venne condannata a scontare 10 anni di reclusione in un ospedale psichiatrico dopo che il consulente della Procura, all’epoca del delitto, dichiarò che Consuelo fosse affetta da bipolarismo e schizofrenia.
A distanza di 9 anni, la storia parrebbe ripetersi nel comune della provincia di Ancona. La sorella gemella di Consuelo, Alessandra Galea, è finita in manette per l’omicidio del compagno Fausto Baldoni. Due sorelle, dunque, unite non solo dal sangue, ma anche dalla tragica piega che sembrerebbero aver preso le loro vite.
A 9 anni di distanza dal periodo in cui la sorella gemella Consuelo stroncava la vita della loro madre, Alessandra Galea è stata riconosciuta responsabile dell’omicidio del compagno Fausto Baldoni. Il 63enne, nella serata di sabato 3 giugno, è stato trovato senza vita nell’abitazione di via Castelli dove conviveva con la donna. Sono stati i familiari dell’operaio a dare l’allarme, non avendo più sue notizie da diverse ore.
Stando a quanto finora emerso, l’arma con cui Alessandra avrebbe colpito il compagno, fratturandogli il cranio, sarebbe stata una abat jour. Sembrerebbe che i due stessero litigando furiosamente all’interno della camera da letto dove i vigili del fuoco, diverse ore dopo, hanno fatto irruzione scoprendo il cadavere dell’uomo.
Alessandra, attualmente detenuta presso il carcere femminile di Pesaro con l’accusa di omicidio volontario, ha dichiarato di aver agito per legittima difesa. La sua versione, tuttavia, non ha convinto gli investigatori del Nucleo di Fabriano e né il pm, che ne ha disposto il fermo e fissato l’interrogatorio per la giornata di domani, mercoledì 7 giugno.
Due sorelle gemelle che parrebbero unite dal medesimo, tragico destino. Due vite stroncate, quella della madre Maria Bruna e del compagno Fausto, i cui cuori pulsanti hanno ormai cessato di battere.