Sopravvive per 2 mesi in mare aperto insieme al suo fedele cane: ecco di cosa si è cibato. Le sue parole dopo il recupero
No, non è un film ma la storia di un’incredibile sopravvivenza: quella del navigatore cinquantunenne Tim Shaddock, riuscito a resistere due mesi in mare insieme al suo amato cane. Un’esperienza, come lui stesso l’ha definita, davvero molto difficile. Subito dopo essere stato salvato, ha espresso il desiderio di riposare e di mangiare del cibo sano, visto il lungo periodo di quasi astinenza.
Ricostruiamo insieme la dinamica dei fatti: il marinaio è partito all’incirca tre mesi fa con il suo catamarano alla volta del Pacifico, dove avrebbe gettato l’ancora approssimativamente in Polinesia. Dopo una tempesta, l’imbarcazione ha registrato innumerevoli danni all’impianto elettrico: i danni che l’hanno costretto in mare per oltre 60 giorni in solitaria. A fargli compagnia solo la fidata cagnolina Bella.
Sopravvive per 2 mesi in mare aperto con il cane: la storia di Tim Shaddock
Un’esperienza particolarmente significativa e che ricorderà per tutta la vita: come si stava accennando in precedenza, il marinaio cinquantunenne Tim Shaddock è partito alla volta del Pacifico circa tre mesi fa, dove è stato raggiunto da una terribile tempesta che ha causato ingenti danni al suo catamarano. Insieme al suo cane e a pochi mezzi di sussistenza, sono riusciti a sopravvivere per due mesi.
Per sua immensa fortuna, l’uomo ha avuto a disposizione una canna da pesca che gli ha permesso di procacciarsi quotidianamente del cibo: pesce crudo da far mangiare anche a Bella. È inoltre riuscito a recuperare dell’acqua piovana che ha utilizzato ovviamente per se stesso e per il cane. Sembrerebbe, inoltre, essersi nutrito con numerose bustine di ketchup. “Avevo solo attrezzi da pesca e un kit di sopravvivenza” – queste le sue parole.
I danni al sistema elettrico hanno, dunque, impedito ogni tipo di comunicazione: radar e radio fuori uso. Un caso fortuito il passaggio di un elicottero che ha tempestivamente allertato la guardia costiera, facendo sopraggiungere i mezzi necessari al suo corso. L’uomo è stato trovato in forte stato di deperimento, con la pelle bruciata e la barba incolta. Necessari accertamenti clinici per verificare le sue condizioni.
Stando alla sua testimonianza, si è trattata di un’esperienza davvero devastante: definita dal sopravvissuto come un vero e proprio calvario, non riuscendo a nutrirsi e ad idratarsi sufficientemente. Oggi, però, può raccontare quanto accaduto.