Rosario Aitala, magistrato italiano della Corte penale dell’Aja è ricercato in Russia. Gli aggiornamenti della vicenda
Rosario Salvatore Aitala è un famoso giurista italiano facente parte della Corte Penale Internazionale dalle 2018. Prima di entrare nel cuore della vicenda, ripercorriamo la sua carriera: dopo avere conseguito gli studi in giurisprudenza presso l’Università di Catania con tanto lavoro e sacrificio si è abilitato come giudice. Successivamente ha lavorato come alto ufficiale a Pavia, dove occupa la docenza in criminologia.
Continua senza sosta anche la sua formazione che lo vede specializzarsi in modo particolare in quelli che sono i reati di mafia e di corruzione. Inoltre nel 1998 diviene procuratore a Trapani e questo gli consente di occuparsi a 360° della lotta verso la criminalità organizzata. È nel 2023 che sale ancora di più alla ribalta per aver proclamato un mandato di cattura nei confronti di Vladimir Putin.
Ci siamo lasciati con l’inquadrare la carriera politica di Rosario Aitala: è il 2018 quando diviene giudice della Corte Penale internazionale ed è proprio rivestendo questo ruolo che emana un mandato verso il presidente della Russia. In risposta a ciò, la Federazione lo ha incriminato in contumacia. Secondo le ultime ricostruzioni, il paese lo avrebbe inserito all’interno di una lista di persone ricercate. A riportare la notizia è stato proprio il Tass (Russian New Agency).
Inoltre è emerso che le prime indagini nei confronti del giudice sono partite sin dal mese di maggio, dove sono state mosse delle accuse molto pesanti, come ad esempio il “complotto per attaccare un funzionario governativo”. Quali invece i capi d’accusa provenienti dall’Italia? La Corte Penale si è espressa in tal senso: non solo un mandato di arresto per Vladimir Putin, ma anche per Maria Lvova-Belova accusata di aver deportato in maniera illegale minori di provenienza ucraina.
Non ha tardato la risposta della Russia che ha ritenuto opportuno aprire un procedimento penale nei confronti del giurista italiano e di tutti quelli della Cpi. Secondo quanto emerso, le loro azioni sono state ritenute consapevolmente illegittime. Ragion per cui non si aveva alcun motivo valido per ritenere responsabili di quanto accaduto non solo il presidente della federazione russa, ma anche la commissaria.
In tal senso, Mosca ha attenzionato ad Aitala la legge del 1973 il quale assicura protezione a tutte quelle personalità politiche che godono dell’immunità.