Quante volte è capitato sentir dire che se il muscolo brucia allora l’allenamento sta riuscendo? Una specialista nel campo demolisce questo mito: la spiegazione.
Allenarsi è un lavoro a tutti gli effetti. Il nostro corpo viene coinvolto a 360° nella maniera più totale, in cui ogni zona viene stimolata per i nostri scopi. L’allenamento, però, non è una semplice attività fisica da poter svolgere senza i consigli o l’aiuto di un esperto del settore, in quanto si possono verificare delle situazioni in cui gli effetti collaterali degli esercizi possono causare una risposta contraria.
In questo senso, un esempio lampante è la teoria secondo cui quando durante l’allenamento un muscolo brucia, dunque ci fa male, allora l’esercizio sta andando nella direzione giusta. Tecnicamente sentire bruciore ai muscoli significa soltanto che il muscolo è sotto sforzo, in quanto rimane contratto per un lasso di tempo abbastanza prolungato. Questo fa sì che il muscolo produca più acido lattico del dovuto, ricevendo un afflusso di sangue maggiore di quanto di norma richiede. Il bruciore è così provocato da questo, ma è davvero necessario per la riuscita dell’allenamento? La spiegazione dell’esperta è illuminante.
Bruciore ai muscoli durante l’allenamento: il mito sfatato
Negli ultimi anni, soprattutto dopo la pandemia Covid, molti personal trainer ed esperti del campo hanno sfruttato le potenzialità dei social per condividere la loro esperienza e le loro competenze. Tra questi troviamo la personal trainer laureata in Scienze dell’Alimentazione Sara Figliozzi, meglio conosciuta su Instagram con il nome di sarawendie. L’esperta, in uno dei suoi numerosi video in cui si allena ed elargisce utili consigli in materia, ha stavolta toccato l’argomento del “bruciore ai muscoli”. La sua spiegazione sfata in realtà il mito.
Secondo quanto spiegato dalla Figliozzi, non soltanto il bruciore muscolare ma anche l’affaticamento e il pump, ovvero il pompaggio del muscolo, non sono fattori determinanti dell’efficacia dell’allenamento. L’indicatore principale della crescita muscolare è infatti dato dalla tensione meccanica sperimentata dalle singole fibre, e questo non è qualcosa che possiamo sentire. La durata della serie e della contrazione muscolare è direttamente proporzionale alla sensazione di bruciore e pump: maggior tempo alleniamo la zona, maggiore sarà la reattività del nostro corpo allo sforzo. Questo è dunque il motivo per cui quando si svolgono esercizi con ripetizioni medio-basse e carichi elevati, la sensazione è ben diversa.
Per rendere più chiaro e comprensibile il concetto, l’esperta prende in esempio degli esercizi a confronto. Se eseguiamo degli squat in isometria al muro i quadricipiti bruceranno, mentre se eseguiamo 100 ripetizioni di glute bridge con un elastico dietro alle ginocchia, ovvero che coinvolge l’allenamento di glutei, addominali e polpacci, allora i glutei saranno in pump. Il fine dell’allenamento è lo stesso, ma la modalità di esecuzione modifica la tensione e crescita muscolare, facendo in modo che la sensazione di bruciore sia più o meno intensa. Ma il bruciore non preclude la riuscita dell’esercizio, che funzionerà al nostro obiettivo in ogni caso.
Le teorie sul bruciore del muscolo sono dunque state abbattute dall’esperta, che invita invece a tenere presente che le sensazioni che avvertiamo sono in realtà un’arma a doppio taglio. L’efficacia e la stimolazione dell’esercizio sono affidate alla tecnica e non sempre alle nostre sensazioni.