Si muore dal caldo, letteralmente. Stiamo vivendo la settimana più calda di sempre, ma il nostro corpo fino a quali temperature può sopportare?
Quante volte abbiamo detto, in riferimento alle temperature troppo alte, che “si muore dal caldo” e in realtà questa non è più soltanto, purtroppo, una battuta. Si muovere realmente dal caldo, stando ai dati, l’Italia è stato il paese che lo scorso anno ha avuto più vittime dovute ai colpi di calore e vista l’estate rovente che stiamo vivendo, la storia è destinata a ripetersi.
La scorsa estate furono 61mila i morti in Europa a causa del caldo, di questi 18mila nel nostro Paese, ma come si fa a morire di caldo o meglio fino a che punto il nostro organismo può resistere alle temperature esterne? Perché il punto per la sopravvivenza estiva ormai è diventato questo e i classici consigli che puntualmente sentiamo ripetere a cantilena in questo periodo -non uscire nelle ore più calde, bere tanta acqua e mangiare frutta e verdura e meno grassi- sono destinati ad essere una goccia inutile in un mare che si fa sempre più alto.
Siamo nel mezzo di una crisi climatica devastante che è ormai sotto occhi di tutti. A risentirne in vario modo è tutto il territorio; in Italia si mostrano sempre più spesso eventi estremi che causano morte e distruzione, come le inondazioni che hanno colpito l’Emilia Romagna lo scorso Maggio.
Ma anche i mari ne risentono, non solo si stanno alzando, ma è aumentata anche la loro temperatura e l’ultimo esempio ci è stato dato proprio qualche giorno fa dal mare verde nel golfo di Napoli. Un’immensa chiazza verdognola che, come confermano le analisi dell’Arpac, è dovuta dalla bolla africana ovvero l’ondata di calore che ha fatto aumentare a dismisura anche la temperatura superficiale delle acqua portando alla proliferazione di fitoplancton.
Di fronte a questi cambiamenti noi esseri umani non siamo certo immuni e il nostro organismo ha un punto limite di sopportazione. Nello specifico, il caldo estremo determina vasodilatazione che porta ad una riduzione della pressione il che, a sua volta, spinge il cuore a lavorare di più per mantenere in equilibrio i parametri vitali. Se il nostro organismo, inoltre, non riesce a man tenere la temperatura interna intorno ai 37° e arriva e supera i 42° si troverebbe a non avere più quei processi enzimatici e biochimici indispensabili per la vita.
In linea di massima, il limite di sopportazione è determinato da una serie variabile di fattori: l’esposizione al sole, il tasso di umidità e anche la presenza di patologie preesistenti. Certo ad essere più esposti a rischi gravi sono le persone anziane e i più fragili, ma nessuno è veramente immune.