Una recente ricerca si è concentrata su quelle che sono le conseguenze nelle donne dei metalli pesanti, scopriamole
Quando parliamo della nostra salute facciamo riferimento a un argomento senz’altro molto delicato e che soprattutto fa sempre molto discutere, soprattutto se si prendono in esame gli elevati tassi di inquinamento a cui oggi giorno tutti noi siamo esposti.
Proprio per questo motivo sono sempre di più le ricerche che tentano di analizzare e approfondire proprio le conseguenze che questo inquinamento ormai così diffuso possa avere sulla nostra salute. In particolare, oggi abbiamo deciso di concentrarci sui metalli pesanti e sulle conseguenze che questi possono avere in particolare modo sulle donne.
Ebbene sì, sembra proprio che una recente ricerca abbia deciso di approfondire il delicato e sempre molto discusso tema dei metalli pesanti. E soprattutto su quelle che sono le conseguenze che la nostra salute può avere se esposta in modo erroneo alla loro presente. In particolare modo, quello che è emerso riguarda una possibile correlazione tra l’invecchiamento ovarico precoce, e dunque la menopausa, e l’esposizione prolungata a questi metalli.
Ma facciamo un piccolo passo indietro: quando parliamo dei metalli pesanti, generalmente, facciamo riferimento a elementi come piombo, cadmio e arsenico mentre con la menopausa introduciamo l’argomento fisiologico di un processo a cui vanno incontro tutte le donne e che riguarda proprio un invecchiamento delle proprie ovaie fino a una interruzione del proprio ciclo mestruale.
Solitamente, l’arrivo della menopausa è preceduto negli anni precedenti da un periodo di transizione con variazioni del ciclo, frequenti ondate di valore e anche sbalzi ormonali ma anche possibile debolezza delle ossa. Solitamente, si parla di un periodo che si assesta tra i 45 e i 55 anni d’età della donna. Ma quali sono dunque le conseguenze a cui si può andare incontro?
Come già anticipato, però, uno studio si è concentrato proprio sulla possibile correlazione tra l’esposizione ai metalli pesanti, misurati all’interno delle urine, e l’invecchiamento riproduttivo nelle donne. Si tratta, infatti, di elementi molto più diffusi di quanto pensiamo e solitamente presenti anche in grandi quantità nell’acqua potabile che beviamo, nei nostri alimenti e nell’aria presente nell’atmosfera.
Ciò che è emerso, dunque, è che una possibile e diffusa esposizione ai metalli pesanti possa avere un notevole impatto sull’invecchiamento riproduttivo della donna, aumentando così in loro anche il rischio di possibili malattie cardiache. Inoltre, nelle donne con una maggiore quantità di metalli nelle proprie urine, è stata evidenziata anche una ridotta riserva ovarica rispetto ai dati attesi. I metalli, dunque, possono essere anche molto nocivi.