Il prossimo 28 Luglio, Luca Delfino meglio noto come il “killer delle fidanzate” uscirà dal carcere per trascorrere il resto della pena in Rems.
Le vicende di Luca Delfino e ancor più delle due compagne brutalmente uccise sono uno dei fatti di cronaca nera più cruenta degli ultimi 20 anni. Una storia che comincia nell’ormai lontano 28 Aprile 2006 quando Luciana Biggi, 36enne ligure, viene ritrovata con la gola sgozzata in un vicolo della movida di Sanremo.
Da subito le indagini si sono concentrale sull’allora compagno della vittima, Luca Delfino appunto, con il quale la Biggi aveva una relazione tormentata e burrascosa. Indagato a piede libero, Delfino viene però ritenuto innocente nonostante le innumerevoli prove a suo carico, tuttavia l’arma del delitto -un coccio di bottiglia- non fu mai ritrovato e questo ovviamente andò a vantaggio del presunto assassino che, a 17 da quell’efferato delitto, resta tale.
Contestualmente alle indagini, Delfino conosce poi Maria Antonietta -detta Antonella– Multari. Inizia tra i due una relazione, anche in questo caso violenta e burrascosa che termina il 10 Agosto del 2007 quando, questa volta in presenza di testimoni, Delfino uccide l’ex compagna scagliandosi contro di lei con 44 pugnalate. Per questo omicidio, il killer viene condannato a 16 e otto mesi.
Nonostante l’efferatezza dell’omicidio e la richiesta da parte del pubblico ministero per l’ergastolo Delfino, come è emerso dalla perizia psichiatrica a cui è stato sottoposto, è affetto da disturbo molto grave della personalità con tratti bordeline, paronoidei, antisociali, narcisistici e sadismo, per cui la pena è stata ridotta. Un quadro molto complesso che ha portato alla conclusione che la sua capacità di intendere e volere fosse compromessa.
Si spiega in questi termini la condanna e soprattutto la prossima scarcerazione e il passaggio in reclusione in una Rems. Queste ultime non sono altro che strutture sanitarie di accoglienza per gli autori di reati affetti proprio da disturbi della personalità. Le Rems hanno sostituito a tutti gli effetti gli ex manicomi.
Una decisione del genere comunque non può lasciare indifferenti i parenti delle vittime, in particolare di Luciana Biggi per cui a effetti di legge parliamo di un caso irrisolto e senza un colpevole. In un’intervista al Corriere della Sera, Bruna Biggi sorella gemella di Luciana si è detta molto preoccupata per la decisione.
La Biggi non ha paura che Delfini scappi dalla struttura: “È troppo furbo per un errore del genere […]. Penso che rimarrà nella Rems fino a quando gli tocca e farà il bravo come ha fatto in carcere, godendo di tutti gli sconti di pena – ha spiegato-. Quello è un soggetto che non cambia e il carcere non lo ha certo migliorato“.