In occasione di Venezia 80, l’attrice Kasia Smutniak ha avuto l’occasione di ribadire perché i suoi scatti sono perfetti anche senza ritocchi.
Si è appena conclusa la Biennale di Venezia, la mostra cinematografica più longeva della storia e che per i suoi 80 anni è riuscita a dare il meglio si sé, nonostante la mancanza di molti volti noti internazionali che hanno declinato il red carpet in solidarietà allo sciopero che imperversa da mesi negli Studios hollywoodiani.
Nonostante questo, sul tappeto rosso si è visto tanto e del resto è quella la fase glam della mostra, quella inevitabilmente più seguita, fotografata e riportata sulle riviste e siti web. E c’è una cosa che accumuna poi tutti questi scatti ovvero il ritocco facile che mostra attori e attrici, registi e influencer sempre nel massimo splendore possibile. Qualcosa a cui ormai siamo abituati e che neanche notiamo più; per questo quando uno scatto non è ritoccato e i segni del tempo si vedono, quell’immagine e quel personaggio risaltano ancora di più. Come nel caso dell’attrice Kasia Smutniak una delle poche che i suoi segni del tempo è fiera di mostrarli.
Alla mostra si parla di cinema ovviamente, ma come ogni evento del genere c’è molto di più e anche dal red carpet può arrivare lo spunto per una riflessione che riguarda altro e che comunque sa legarsi al mondo del cinema e in generale a quell’universo fatto di persone che vivono della loro immagine.
E così in un’intervista a Specchio, inserto de La Stampa, l’attrice Kasia Smutniak ha riportato il discorso -tra le altre cose- anche sulla non necessità di vedere in continuazione le proprie foto ritoccate: “Non accetto vengano ritoccate le mie foto” -ha spiegato al giornale- “Sto bene con me stessa e nessuno mi deve imporre come dovrei vivere la mia età e i cambiamenti che ne derivano. I segni del tempo sono la mia storia, scritta sulla mia faccia e sul mio corpo: perché devi levarmeli?”
Una domanda che sembra essere più un richiamo allo stesso mondo dello spettacolo, che appunto impone certi regimi e standard da immaginario collettivo che spingono ad un’idea malsana di perfezione.
Un concetto diverso di bellezza e forse anche un reminder per tutte e tutti, per ricordarci che siamo fatti di segni che la vita ci lasci addosso.