Un’incredibile notizia fa scalpore in Italia: donna truffa l’INPS per più di 100mila euro fingendo gravidanze, problemi di salute e aborti.
In un caso che sembra tratto da un romanzo piuttosto che dalla realtà, una donna cinquantenne e suo marito sono stati recentemente al centro delle cronache giudiziarie, accusati di aver architettato una truffa ai danni dell’INPS per l’ingente somma di 111 mila euro. La coppia, condannata in primo grado, ha deciso di impugnare la sentenza, sperando in un esito diverso in appello.
INPS: donna finge gravidanze e aborti, maxi truffa ai danni dell’ente e dei contribuenti
In questi giorni, sulle pagine delle cronache dei maggiori giornali nazionali è apparsa una notizia così incredibile che quasi non sembra reale. Una donna avrebbe finto di restare incinta e di aver avuto diversi aborti tra il 2014 e il 2019. La donna avrebbe così richiesto varie indennità e permessi, avrebbe usufruito del contributo per la maternità per evitare di andare a lavorare. La donna sostiene di aver avuto ben cinque gravidanze e dodici aborti, senza dubbio numeri importanti e che hanno allertato il personale INPS che ha indagato sulla questione insieme all’arma dei Carabinieri.
Secondo quanto riportato da importanti testate giornalistiche, l’astuzia della donna, impiegata in una nota catena di fast food, non conosceva limiti: avrebbe falsificato documenti e certificati, sfruttando anche la firma copiata di una ginecologa, per simulare non solo gli aborti ma anche la nascita di cinque figli, bambini che non esistono. La donna aveva anche attribuito a questi figli inesistenti anche dei nomi: Benedetta, Angelica, Abramo, Letizia e Ismaele. Tra una gravidanza e l’altra la donna sostiene di aver avuto ben dodici aborti, numeri troppo grandi per non destare sospetti, una sequenza così improbabile da indurre infine l’Ispettorato del Lavoro a indagare, con l’ausilio dei carabinieri.
L’indagine svolta ha ben presto ha portato alla luce la truffa della donna, la quale avrebbe orchestrato tutto con il marito, una truffa così ben studiata che ha fruttato loro più di 100 mila euro. La coppia avrebbe creato di sana pianta tutta la documentazione necessaria per beneficiare dei congedi di maternità previsti per legge, inclusi i codici fiscali dei figli inesistenti, per i quali non esiste alcuna registrazione nei registri ospedalieri. Ora, i coniugi sono stati condannati in primo grado, ma hanno impugnato la sentenza e presentato l’appello.
Mentre marito e moglie attendono con ansia il responso dell’appello, con la speranza di ribaltare la precedente condanna – un anno e otto mesi per lei, sette mesi per lui – l’INPS si appresta a richiedere la restituzione dei 111 mila euro erogati ingiustamente. Una vicenda che fa riflettere molto sulla gestione delle pratiche e dei controlli dell’INPS, controlli che spesso risultano insufficienti dando la possibilità alle persone disoneste di mettere in atto truffe e raggiri riuscendo ad intascare migliaia di euro.