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Cronaca

Impagnatiello avvelenava Giulia Tramontano da oltre un mese: lo rivela l’autopsia

Sconcertante scoperta dai risultati dell’autopsia sul corpo di Giulia Tramontano: Impagnatiello avvelenava lei e il bambino.

Giulia Tramontano, inquietanti scoperte dall’autopsia (Instagram) GRAZIAMAGAZINE.IT

L’omicidio di Giulia Tramontano e del piccolo Thiago che aveva in grembo, uccisi a coltellate dal compagno Alessandro Impagnatiello lo scorso 27 maggio, ha suscitato fin da subito una grande commozione ed è tra i casi di cronaca più seguiti degli ultimi mesi.

Adesso arrivano importanti sviluppi e a darli è l’autopsia effettuata sul corpo di Giulia, rivelando delle inquietanti novità.

Sono state infatti riscontrate tracce di veleno per topi nel sangue e nei capelli di Giulia e in quelli del bambino, di cui era incinta di 7 mesi.

Il ragazzo stava cercando di uccidere la compagna e il figlio che sarebbe nato di lì a poco e tentava di farlo da diversi mesi.

Ad far giungere a questa conclusione gli inquirenti sono anche altri elementi che, messi insieme, formano un quadro ancor più agghiacciante della vicenda.

Sembra infatti che Impagnatiello abbia fatto ricerche sul web del tipo “quanto veleno per topi è necessario per uccidere una persona” o “come uccidere con il veleno per topi una donna incinta“.

Ricerche che non lasciano spazio a dubbi: l’intenzione era di ucciderli e premeditava di farlo dettagliatamente.

I malesseri di Giulia: adesso tutto torna

Giulia Tramontano, veleno per topi nel suo corpo (Instagram) GRAZIAMAGAZINE.IT

Dalle analisi approfondite sul telefono di Giulia per ricostruire la sua vita negli ultimi mesi, gli inquirenti hanno trovato messaggi in cui parlava di uno strano malessere avuto dopo aver bevuto una bevanda calda.

L’episodio risale ai primi mesi di gravidanza. La ragazza scriveva ad un’amica di avere un forte bruciore di stomaco, ma lo ha confuso con i malesseri da gravidanza. “Mi sento una pezza, troppo bruciore di stomaco, mi sento drogata” scriveva Giulia mesi fa.

Già a dicembre, quando Giulia aveva da poco scoperto di essere incinta, Impagnatiello faceva ricerche online e aveva individuato nel bromadiolone la sostanza che uccide i topi e che però, se somministrata con bevande calde, perdeva effetto.

Questo il motivo per cui Giulia non era già morta. Dalle tracce risultate presenti dall’autopsia evidentemente aveva ancora continuato a somministrare il veleno alla ragazza, ma non era ancora riuscito a portare a termine il suo intento.

Non è bastato ad Impagnatiello, che ha poi ucciso Giulia sferrandole numerose coltellate e subito dopo ha cercato di bruciare il suo corpo senza riuscirci.

In seguito ha dichiarato che la fidanzata si fosse allontanata volontariamente e ha fatto finta di interessarsi e chiedere notizie, come dimostra il video delle ore successive all’omicidio.

Si aggrava la posizione di Alessandro Impagnatiello (Facebook) GRAZIAMAGAZINE.IT

Questi ultimi dati dell’autopsia inevitabilmente aggravano il quadro e la condizione dell’imputato, che dovrà rispondere anche su questi utleriori elementi.

Romana Cordova

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