Giulia Tramontano, Alessandro Impagnatiello potrebbe essere libero dopo 10 anni? Gli sviluppi della vicenda
Il delitto di Senago, o meglio l’omicidio di Giulia Tramontano – incinta del piccolo Thiago – è l’ennesima macchia sporca sul nostro Paese. Scomparsa nella notte del 27 maggio con una studiata e apparente messa in scena, con tanto di passaporto, la 29enne originaria di Napoli viene uccisa dal suo compagno all’interno delle mura domestiche in seguito ad una ennesima discussione accesa.
Ben 37 le coltellate inferte in tutto il corpo. Predisposta l’autopsia che ha confermato l’attacco alla spalle. Giulia non sarebbe mai stata in grado di difendersi da Alessandro. Non aveva il minimo sentore di quello che sarebbe potuto accaderle. Delitto brutale ed efferato che vede in Impagnatiello anche la volontà di sbarazzarsi definitivamente del cadavere. Una atrocità, considerando anche le ustioni.
Omicidio Giulia Tramontano, Alessandro Impagnatiello fuori dal carcere già fra 10 anni? Lo scenario
Era stato lo stesso Alessandro a denunciarne la scomparsa lo scorso 27 maggio, per poi arrivare alla confessione qualche giorno più tardi. Un delitto commesso perché Impagnatiello era stanco di litigare. Giulia aveva scoperto i diversi tradimenti di lui e avrebbe voluto concludere la relazione col compagno. Troppe le evidenze che hanno permesso, poi, alle Forze dell’Ordine di procedere con la cattura.
Oggi il delitto di Senago continua ad occupare le prime pagine dei giornali e della televisione: è stato convalidato il fermo da parte del gip e purtroppo nelle scorse ore è emersa un’ipotesi che ha sconvolto ancor di più l’opinione pubblica. Alessandro, infatti, potrebbe essere libero e fuori dal carcere solo fra 10 anni. Uno scenario che potrebbe prospettarsi se andasse a buon fine il percorso di giustizia riparativa. Un percorso in cui l’omicida, in sostanza, si impegni a riparare le lesioni da lui stesso procurate.
Successivamente, però, è stato il professore Adolfo Cerretti a smentire quanto appena comunicato. Secondo il docente di Criminologia, infatti, in questo specifico caso non possono esserci eventuali benefici. Ha spiegato, inoltre, che non è così semplice accedere ad un percorso riparativo, ma occorre che vengano portate a termine una serie di tappe preventive. Ha chiarito che serve il consenso da parte della famiglia della vittima.
In conclusione Cerretti ha spiegato che il percorso è lungo e non così semplice. L’eventuale diminuzione della pena spetta sempre al giudice.