Ancora un dramma si è consumato ieri sera ai danni di una donna nel marchigiano. Il movente è ancora da chiarire, ma il killer si è costituito.
Marina Luzi. E’ questo il nome della vittima che nella giornata di ieri è stata uccisa da una pallottola sparata dal cognato, fratello del compagno. Geometra di 40 anni, compagna di Enrico e madre di una bambina di quasi 3 anni, Marina è stata uccisa a colpi di pistola in testa dal cognato Andrea Marchionni, un 47enne ex falegname adesso disoccupato. La villetta bifamiliare in cui Marina viveva al piano terra con la sua famiglia e Andrea viveva da solo, è stata teatro di una tragedia che ha lasciato tutti spiazzati e sotto choc.
Le prime reazioni alla morte di Marina sono venute dai suoi compaesani di Fossombrone, in provincia di Pesaro Urbano dove si è consumato il dramma. La prima a dare voce al suo sgomento per l’accaduto è stata la titolare della pizzeria dove lavora il compagno di Marina, Romina Mancinelli, che non può ancora credere alla notizia. In particolare rivolge delle parole di commozione rivolte al compagno Enrico e alla piccola figlioletta Nicole. Sulla stessa scia anche il vice sindaco di Fossombrone, Michele Chiaribili, che parla di una situazione inconcepibile e assurda: “Ci stringiamo in particolare attorno alla figlioletta, che certo non meritava di perdere la mamma in questo modo”. Ma vediamo cosa è successo.
Uccisa dal cognato: il movente è ancora ignoto
Se tutti i risvolti di questa vicenda sembrano essere stati chiariti da una prima ricostruzione, il movente è ancora avvolto nell’ombra. Gli inquirenti sono infatti al lavoro per cercare di capire cosa abbia spinto Andrea Marchionni ad agire in questo modo tremendo. Marina era in casa da sola, mentre il compagno Enrico e la figlioletta erano all’esterno a giocare nella piscina. E’ stato proprio l’uomo a sentire i colpi di pistola partiti dalla Beretta semiautomatica del fratello.
Non appena Enrico è accorso in casa, si è trovato davanti la scena della compagna in una pozza di sangue dopo il colpo di pistola in testa. Andrea, il killer, possedeva l’arma legalmente per le competizioni sportive, ma ciò non spiega come mai abbia compiuto un gesto simile. Tanto più che non appena ha fatto fuoco, si è subito messo in auto per andare a confessare il tutto ai Carabinieri con ancora l’arma del delitto stretta tra le mani. Intanto il compagno della vittima aveva già chiamato i soccorsi. Per la donna non c’è stato nulla da fare, visto che è morta sul colpo. Ma la vicenda assume tutti i contorni di una tragedia che si poteva evitare.
Ora le indagini dovranno mettere agli atti la raccolta delle testimonianze della famiglia, dei parenti, dei conoscenti e di tutti coloro che erano vicini al nucleo familiare in modo da avere quanto più materiale possibile per cercare cosa abbia spinto Andrea a sparare contro la cognata. Per ora, l’unico che può dirlo è proprio il killer. A stringersi attorno alla famiglia anche il sindaco Massimo Berloni, che attraverso i canali ufficiali sui social ha proclamato il lutto cittadino fino alla celebrazione dei funerali della donna “in segno di rispetto e partecipazione al profondo dolore della sua famiglia e dell’intera comunità forsempronese”.
Intanto sui social è già partito il ricordo alla donna come vittima dell’ennesimo femminicidio, sebbene le cause e i retroscena del delitto siano ancora da chiarire. Gli stessi carabinieri che ieri hanno visto il killer presentarsi in caserma con pistola alla mano non credevano ai loro occhi. Per ora si può solo rispettare il dolore dei cari di Marina.