È la settimana del Festival di Sanremo, manifestazione culturale importantissima, talvolta travolta dagli scandali, come il suicidio di Luigi Tenco.
Era il 27 gennaio 1967 quando il cantautore Luigi Tenco si toglieva la vita, segnando per sempre la storia del Festival di Sanremo. Una storia fatta di tanti successi, di canzoni leggendarie, di meravigliosi spettacoli, di simpatici siparietti, ma che nasconde anche alcuni momenti oscuri. Tra scandali, come quello accaduto ai Ricchi e Poveri nel 1981, e vere e proprie tragedie, Sanremo è pronto a ripartire.
Nel corso del tempo, si è parlato tantissimo del suicidio di Tenco, deceduto a soli 29 anni, la notte della finale del Festival. Il giorno precedente, la sua “Ciao amore ciao” era stata eliminata, piazzandosi al dodicesimo posto. In quell’occasione, Tenco aveva cantato malissimo, e su questo punto sono diverse le opinioni di chi era al suo fianco.
Il suicidio di Luigi Tenco segna indelebilmente il Festival di Sanremo
Poco prima di salire sul palco dell’Ariston, per cantare “Ciao amore ciao”, Luigi Tenco aveva chiesto all’orchestra di rallentare il ritmo, poiché aveva intenzione di cantare il brano con un ritmo più meditativo. Il direttore d’orchestra, però, aveva rifiutato, poiché aveva arrangiato il brano con un certo ritmo, e non poteva stravolgere la canzone senza provare.
Inoltre, la cantante Dalida, compagna di Tenco e che allora cantava lo stesso pezzo, come da consuetudine negli anni ’60, dove lo stesso brano era condiviso da due cantanti, i quali concorrevano insieme in gara, aveva rifiutato di rallentare il ritmo, protestando vigorosamente. Alla fine, Tenco aveva fatto di testa propria, cantando il brano in modo rallentato, andando fuori tempo rispetto all’orchestra.
“Ciao amore ciao” fu massacrata dalla critica e accolta male dal pubblico in sala. Il dodicesimo posto e l’esclusione dal ripescaggio, furono per Tenco un affronto inaudito. Al suo posto era passata la canzone “La Rivoluzione”, di Gianni Pettenati, considerata da Tenco un brano mediocre. Per questo motivo, il cantautore piemontese si tolse la vita, o almeno è così che narrano i fatti.
Le ipotesi sulla morte di Tenco
Chissà qual è la verità, e ancora oggi, attorno all’episodio, circola tante voci. C’è chi dice che Tenco fosse ubriaco, durante il Festival, chi dice che fosse depresso già da molto tempo, anche se si comportava in modo normale in pubblico. Infine, c’è chi dice che avesse scoperto tutti i segreti del Festival riguardanti le votazioni, e che fosse intenzionato a rivelare tutto alla stampa.
La certezza arriverà solo 38 anni più tardi, con la riesumazione della salma, nel 2005. L’autopsia confermò il suicidio tramite colpo di pistola alla tempia. Quella sera del 1967, il cantante aveva assunto whiskey e Pronox, un potente tranquillante. Il mix delle sostanze, forse, aveva causato una forte alterazione psicologica.
Fu un gesto che sconvolse tutti, e segnò il Festival per sempre. Schivo, combattivo e in molte occasioni anche burbero, Luigi Tenco fu sicuramente un grande cantautore, da molti considerato uno dei migliori della sua epoca, audace anche per la volontà di rompere le regole e di spezzare con la tradizione.
Purtroppo, la sua carriera fu breve. In eredità, Tento ci ha lasciato soltanto tre album, tre lavori che trattano tematiche d’avanguardia per l’epoca. Per il poeta Salvatore Quasimodo, grande estimatore di Tenco, la sua musica aveva la capacità di risvegliare “il sonno mentale dell’italiano medio”.