E’ un grido di dolore quello della donna che non ha potuto dire addio alla madre prima che se ne andasse per sempre: tutta la storia.
“È morta l’anno scorso in poche settimane per un tumore, aspettando il mio rientro dalle vacanze”. E’ tutta qui la sofferenza straziante di una figlia che non è riuscita a vedere la madre nei pochi attimi prima che chiudesse gli occhi per sempre. Sono storie di donne, storie di dolore e confessioni quelle che vengono raccontate da una pagina Instagram, chiamata appunto Storie di donne. Spesso affidare a degli estranei il nostro tormento interiore ci aiuta ad esorcizzare non solo ciò che ci accade, ma anche i nostri stati d’animo in proposito. L’anonimato è un requisito che aiuta a liberarci da sensi di colpa, inquietudini e dall’abisso di disperazione in cui spesso cadiamo.
Sono infatti storie di vita toste, in cui si percepisce un fondo di tristezza e consapevolezza che permea durante tutta la testimonianza. Sono storie di pesi portati sulle spalle che attendono solo una carezza data da un gesto, una parola o un commento di conforto. E’ il caso anche di questa donna e figlia che chiameremo con il nome immaginario di Lucrezia. Dalle prime righe del suo racconto di vita e del suo rapporto con la madre, si avverte l’afflizione che trasuda da tutta la narrazione. Lucrezia comincia subito con il descrivere la depressione che ha da sempre afflitto la sua mamma. Parla di famiglia ‘difficile’, esaurimenti nervosi e di una casa di cura, ma la storia è molto più intensa di ciò che appare.
Il grido di dolore di una figlia che non ha detto addio alla madre: il racconto
Dalle prime parole di Lucrezia, il nome che abbiamo affibbiato alla donna anonima del racconto affidato alla pagina social, traspare subito il rapporto tormentato e profondo avuto con la madre. Malata di depressione da sempre, la madre di Lucrezia è stata afflitta da vari esaurimenti nervosi che con il tempo l’hanno portata in una casa di cura, dove ha trascorso gli ultimi 6 anni prima di morire. La donna spiega di come la madre non riusciva più a vivere in casa e andarsene era stata una sua scelta. Ma Lucrezia non è riuscita mai a farsene una ragione, vivendo tutta la vicenda con estrema sofferenza.
E’ stato l’amore per la madre a spingerla a pensare che lì, nella casa di cura a cui era stata affidata, potesse avere una vita migliore e avere una possibilità di sopravvivenza. Una sorta di attaccamento alla vita che stava mancando quando era tra le mura della sua abitazione. Quando Lucrezia ha voluto provare a riportarla a casa, la madre è subito peggiorata ed è stata costretta ad affidarla nuovamente alla casa di cura. Ciò, però, che rende ancora più intenso il dramma di Lucrezia è lo stato di confusione e malattia che annebbiava la mente della madre, che solo in un momento di lucidità davanti alle lacrime della figlia diceva che tutto andava bene raccomandando la figlia di “stare tranquilla”. Ma così non è andata.
Il periodo a cui risale questa storia è a ridosso della pandemia Covid-19, quando i tamponi erano ancora obbligatori per far visita soprattutto in questi istituti principalmente dedicati agli anziani. Come fascia di popolazione più a rischio, i provvedimenti anti-coronavirus erano rigidi ed è stato proprio questo ad amplificare lo struggimento di Lucrezia. Di ritorno dalle vacanze estive, la donna avrebbe dovuto andare a trovare la madre. Era in attesa dell’esito del tampone, senza il quale non avrebbe avuto il lasciapassare per vederla.
Ma, intanto, la madre continuava a stare male per un tumore ed in poche settimane è morta prima che Lucrezia potesse dirle addio. Il loro ultimo incontro, come spiega la stessa Lucrezia, risale a poco prima della partenza per le vacanze, “attraverso un vetro, le nostre mani che si univano appiccicate contro quel vetro”. E’ l’ultima immagine che Lucrezia ha della sua mamma. “Le ho sussurrato nei miei pensieri di lasciarsi andare perché soffriva troppo e lei mi ha ascoltato”, dice la donna. “Ora “vive” serena senza giudizio o aspettative degli altri dovunque lei sia”.
La storia di Lucrezia ha commosso tutti. Molti cuori, abbracci e messaggi di conforto sono stati lasciati sulla pagina Instagram di Storie di donne. Così come la vicenda che ha colpito Lucrezia è solo una delle tante che si nascondono dietro al momento buio della pandemia, quando dire addio a chi poteva non farcela diventava spesso impossibile.