Arriva come un fulmine a ciel sereno la notizia della scomparsa del giornalista, colpito da una malattia che non gli ha lasciato scampo. I suoi ultimi giorni avvolti dal silenzio e ora c’è solo cordoglio.
Se ne va all’età di 70 anni Andrea Purgatori. Giornalista, autore, sceneggiatore e docente era uno dei personaggi più noti nel mondo dell’informazione. Conosciuto negli ultimi anni per il suo programma Atlantide in onda su La 7, Purgatori era in realtà un giornalista d’inchiesta che si è sempre battuto per la ricerca della verità. Colleghi, amici, politici e personaggi dello spettacolo e dell’informazione si sono affannati a dare il loro ricordo e il loro cordoglio.
A dare la notizia della morte del giornalista sono stati i figli Edoardo, Ludovico, Victoria e la famiglia. Non appena le cronache hanno fatto rimbalzare l’ultim’ora, in molti si sono chiesti quale fosse la causa del suo decesso così improvviso. La risposta sta in una malattia breve e fulminante, che lo ha visto spegnersi in un ospedale a Roma il 19 luglio. Stando a tutti i messaggi e testimonianze ricevute dopo la sua scomparsa, nessuno era a conoscenza del fatto che fosse malato. Contrariamente alle sue inchieste e al suo contributo nel ricercare la verità nei casi più bui e cupi della storia italiana.
Chi era Andrea Purgatori: le inchieste e la malattia nascosta
Andrea Purgatori comincia la sua carriera nel mondo del giornalismo negli anni ‘70, in cui da lì in poi di fatti storici non sono mancati. In particolare il focus di indagine di Purgatori erano le inchieste giudiziarie così come i delitti di mafia ma anche il terrorismo nazionale ed internazionale e l’intelligence. Uno dei suoi contributi più importanti è stato nell’incidente aereo della strage di Ustica nel 1980, quando ha voluto abbattere il “muro di gomma” scavando a fondo. Con documenti, testimonianze e indagando anche sull’intelligence ha cercato di portare la verità allo scoperto nell’omonimo film del 1991 per la regia di Marco Risi, di cui lui era sceneggiatore.
L’altro caso è stato quello della scomparsa di Emanuela Orlandi avvenuta nel 1983 a Roma. La figlia adolescente di un funzionario vaticano da quel 22 giugno dello stesso anno non è più stata ritrovata e Purgatori ha contribuito a voler gettare luce sulla vicenda con le sue documentazioni sul caso. Nel 2019 ha infatti partecipato al documentario Vatican Girl, in cui è stata analizzata tutta la storia di Emanuela e della famiglia Orlandi. Ma Purgatori si è anche interessato a varie guerre nel corso di questi anni, come quella in Libano, la guerra in Iraq e la guerra del Golfo per citarne alcune.
La morte di Purgatori ha dunque lasciato un vuoto nel mondo dell’informazione. A ricordarlo con affetto ci ha pensato Paolo Graldi, già direttore del Messaggero, il quale ha riportato in realtà un particolare rivelato. Il giornalista ha infatti spiegato di aver incontrato Purgatori lo scorso 10 maggio in uno studio di radiologia. Graldi racconta di come Purgatori abbia tenuta nascosta la sua malattia non solo non parlandone con nessuno, ma spegnendo telefono e comunicazioni con tutti. “Si è occupato di sè”, dice Graldi. Lasciando così tutti perplessi alla notizia della sua scomparsa.
Nel ricordarlo nelle varie trasmissioni televisive, oltre che sui social, molti suoi colleghi si sono commossi come ad esempio Luca Telese o anche Francesco Magnani, per citarne alcuni. Anche se il saluto più sentito e che potrebbe racchiuderli tutti è stato quello dell’AS Roma che ha dedicato un tweet al giornalista: “Un fuoriclasse del giornalismo e un grande romanista. Ciao Andrea”.