Affetta da una rara sindrome, la medicina le consente di diventare mamma: “Credevo di non avere possibilità”. Toccante testimonianza
Coppia (Canva) – GRAZIAMAGAZINE.ITRimanere incinta non è così semplice come si ritiene: sono davvero molteplici le difficoltà che possono essere riscontrate non solo nel momento del concepimento, ma anche durante i primi mesi. Le coppie affrontano tanti problemi legati, ad esempio, alla fertilità sia maschile che femminile. Tutto può essere generato anche da disfunzioni ormonali. E ancora, l’età può divenire un grande punto interrogativo, per non parlare poi di sindromi legate alle ovaie.
È importante sottolineare che ogni situazione è unica e diversa, ragion per cui le soluzioni possibili vanno trovate con il proprio medico di fiducia. Oggi vogliamo parlarvi di una storia che ha profondamente toccato il web: una donna affetta da una rara sindrome genetica credeva che non sarebbe mai potuta rimanere incinta. Dopo diversi tentativi e approcci medici riesce a dare alla luce il suo bambino: seguiamo tutto il suo iter.
Una rara sindrome non le permette di diventare mamma: ci riesce dopo un lungo procedimento medico
Come si stava menzionando in precedenza, la gravidanza comporta non poche difficoltà: anche lo stesso concepimento può risultare difficile e purtroppo non per tutti. Malattie, fertilità, età avanzata, fattori genetici: tutti aspetti che possono ostacolare il desiderio di una donna di rimanere incinta. La storia di oggi racconta della determinazione di una trentaduenne torinese riuscita a coronare il suo sogno di diventare mamma.
Tanti i tentativi di concepire un figlio, ma a causa di una sindrome genetica molto rara le era stato detto di non avere alcuna speranza. Grazie al personale medico della Città della Salute di Torino è riuscita non solo a portare avanti la gravidanza, ma anche a partorire il suo primo figlio. Si è sottoposta a diverse cure a seguito di quello che è stato il programma di Procreazione Medicalmente Assistita. “Ancora un parto che ha del miracoloso” – queste le parole del direttore generale.
La donna, affetta da sindrome di Alström, stringe tra le braccia un maschietto di oltre 3 kg e soprattutto in ottima salute. Un procedimento davvero molto lungo, dove la paziente è stata sottoposta a diversi trattamenti, come ad esempio la stimolazione ovarica. In tutto questo processo è stato fondamentale l’intervento combinato non solo dell’istituto di Torino, ma anche dell’ambulatorio di gravidanze a rischio della neonatologia universitaria.
Parliamo di un grandissimo passo avanti nelle scienze, perché si tratta di uno dei primi casi al mondo di donna affetta da questa sindrome, di dare alla luce un bambino.