Gemelline siamesi: “Solo il 2% di possibilità di sopravvivere”, oggi festeggiano i 7 anni e sono più unite che mai
Le nascite siamesi sono un fenomeno abbastanza raro e vede, per l’appunto, l’unione di due feti all’interno dell’utero. Questo vede la formazione di due corpi che, come in questo caso, sono attaccati dalla testa. Sono stati compiuti innumerevoli passi avanti dal punto di vista scientifico e, ormai, tanti progressi anche nelle separazioni chirurgiche. Nella maggior parte dei casi vengono svolte per migliorare la qualità della vita di uno di loro o di entrambi. In ogni caso l’esito dell’intervento dipende dalla posizione che lega i due bambini, oltre che da un quadro generale.
Oggi vogliamo raccontarvi la storia di due gemelline siamesi nate con le teste attaccate. Una difficile scoperta per i genitori che ne sono venuti a conoscenza solamente al terzo mese di gravidanza. Il termine tecnico per identificare questo fenomeno è noto come gemelli craniopagi: questo tipo di connessione può dipendere non solo da una condivisione dei tessuti ossei, ma anche nei casi più estremi di diverse parti del cervello. Come si accennava in precedenza, la riuscita dell’intervento può dipendere da molteplici fattori.
Gemelline siamesi, lunghi interventi per separarle: oggi hanno festeggiato 7 anni insieme
Come menzionato in precedenza, la separazione chirurgica di due gemelli siamesi non è un intervento affatto semplice: sebbene siano stati compiuti innumerevoli progressi, restano ancora operazioni molto rischiose. Oggi parliamo della storia di due bambine che sono nate attaccate dalla testa e che, secondo alcuni medici, erano a rischio già all’interno del grembo materno. I genitori lo avevano scoperto a poche settimane di gravidanza ed era stato preventivato loro che avevano delle basse possibilità di vita.
Le due gemelle, infatti, condividevano una parte importante del cranio, ossia un vaso che porta il sangue al cervello. Un lungo intervento durato all’incirca 12 ore e nella testa dei genitori quella che era stata una previsione che li aveva segnati a fondo. “Hanno il 2% di probabilità di sopravvivere” – queste le parole che erano state ripetute loro con frequenza. L’operazione chirurgica, sebbene l’alto rischio causato da eventuali danni cerebrali, è riuscita con grande successo. Immensa la forza di volontà delle bambine che sono uscite dall’ospedale dopo mesi di riabilitazione.
Entrambe sono riuscite a portare avanti innumerevoli risultati: senza alcun dubbio sono stati riscontrati considerevoli ritardi nello sviluppo, così come delle disabilità che stanno recuperando in terapia. Ma ciò che rende particolarmente orgogliosi i genitori è il fatto che oggi sono ambedue in salute, pronte a festeggiare un grande traguardo: il diploma dell’asilo.
Un passo avanti nelle scienze, nella vita di tanti genitori che si trovano ad affrontare situazioni così complesse. È stato riscontrato, infatti, che una nascita su 200.000 vede una fenomeno di questo genere.