Il numero di persone affette da disturbi mentali nel nostro Paese supera la media europea, ma il dato più sconcertante riguarda le cure: i dettagli.
Sono trascorsi tre anni da quando la pandemia Covid 19 ha fatto capolino non solo in Italia ma in tutto il mondo. Di certo non è la prima volta che un’epidemia globale influenza lo stile e le condizioni di vita di un popolo, come insegna la storia. Ma l’infezione Coronavirus è andata a toccare quei punti nevralgici del tessuto sociale che già stavano rischiando di lacerarsi e questo ultimo studio sulla salute mentale ne è la prova.
Stress, crisi economica, la continua pressione dell’essere sempre presente e reperibili sono solo alcuni degli aspetti che la nostra società contemporanea ci vede affrontare ogni giorno. La pandemia non ha contribuito ad affievolire il fenomeno ma anzi ha aiutato a farlo lievitare, fino a ritrovarci questi numeri inquietanti. Dal rapporto Headway – Mental Health Index 2.0, realizzato in relazione ai cittadini dei 27 Paesi membri dell’Unione Europea e del Regno Unito da The European House-Ambrosetti in collaborazione con Angelini Pharma, emerge infatti che un paziente su cinque soffre di disturbi mentali. Ma i dettagli sono ancora più preoccupanti.
Il report lancia l’allarme: i numeri e i dettagli
Il rapporto è stato realizzato sulla base di 55 indicatori relativi a fattori determinanti come quelli ambientali, allo stato di salute e alla capacità di risposta del sistema ai bisogni di salute mentale. Il dettaglio più rilevante che lo studio registra riguarda i tipi di disturbo mentale più diffusi, ovvero l’ansia e la depressione. Questi stati di salute mentale determinano un progressivo degenerare della malattia se non vengono adottati in tempo dei trattamenti adeguati, ma in questo senso sembra ancora essere in alto mare almeno in Italia.
Dall’analisi, infatti, emerge che solo una persona su tre affetta da questi disturbi riceve un trattamento sanitario all’altezza sebbene negli ultimi anni in Europa sia accresciuta la spesa nei confronti di chi è affetto da disturbi mentali. Gli ambienti più colpiti da questa tendenza sono la scuola e il lavoro. Secondo i numeri riportati, circa il 20% della popolazione in età lavorativa viene colpito da questi disturbi: il tasso di occupazione delle persone affette da disturbi mentali gravi si aggira intorno ad una percentuale inferiore del 20-30% rispetto a chi non ne soffre. L’altra parte della popolazione particolarmente colpita riguarda invece gli adolescenti.
Secondo quanto stimato dallo studio, il 28 % degli adolescenti soffre di ansia, il 23% di depressione, il 5 % di solitudine, il 5 % di paura e il 5% di stress. Questi stati di salute mentale sono un campanello d’allarme se si considera la bassa fascia d’età di chi ne è affetto. A questo proposito, anche in Italia, negli ultimi anni sono stati fatti alcuni passi avanti per sopperire in maniera concreta a questi problemi, come il bonus psicologo e la proposta di introdurre uno psicologo scolastico, negli istituti di ogni ordine e grado.
In questo senso, accanto al Ministero della Salute è stato istituito anche il Tavolo tecnico per la salute mentale che avrà il compito di strutturare delle linee guida basate non soltanto sul trattamento e la riabilitazione di chi è affetto da disturbi mentali, ma anche sulla prevenzione di tutta la popolazione.