Novità all’insegna della comodità: d’ora in avanti, lo stato civile e i certificati anagrafici potranno essere ritirati alle Poste. Vediamo come funziona.
D’ora in avanti, i certificati anagrafici e lo stato civile potranno essere ritirati alle Poste: una comodità senza precedenti per il cittadino. Si tratta di documenti fondamentali per la gestione delle informazioni personali di qualcuno. I primi attestano dati quali la residenza, lo stato di famiglia o altre informazioni di carattere individuale. Invece, lo stato civile registra eventi come nascite, matrimonio o decessi, integrandoli con documentazioni che testimonino le dinamiche familiari e sociali nel tempo.
Sono documenti da possedere essenziali per alcuni processi amministrativi, legali e burocratici. Garantiscono la corretta registrazione e documentazione degli eventi vitali di una persona. In virtù di questo, è importante che siano precisi ed affidabili, costituendo la base per molti atti giuridici e amministrativi che influenzano e determinano fasi di vita di un cittadino.
Certificati anagrafici e stato civile: ritirali alle Poste
Si tratta di un nuovo servizio offerto ai cittadini dei comuni che contano meno di 15.000 abitanti. Questi potranno richiedere lo stato civile ed i certificati anagrafici anche negli uffici postali del territorio. La novità è stata introdotta da un decreto recentemente pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e firmato dal ministro dell’interno Matteo Piantedosi, concordato con il ministro della Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo e il sottosegretario della Presidenza del Consiglio Alessio Butti.
I documenti potranno essere ritirati dai cittadini sia negli sportelli con il personale addetto, sia tramite gli appositi totem già installati in alcuni uffici postali del territorio nazionale. Si tratta di postazioni automatiche che lasciano libero accesso ai vari servizi utilizzando la Carta d’identità elettronica o lo Spid. Lo scopo di questa decisione è duplice: da una parte si ha la volontà di alleggerire il carico di lavoro amministrativo degli enti locali, lasciando che dedichino più energie e risorse a lavori operativi; dall’altra parte si facilita l’accesso per i cittadini ai servizi della pubblica amministrazione, anche sfruttando la tecnologia e le nuove tecniche di digitalizzazione.